venerdì 18 maggio 2007

Splinder

mi sono spostata su splinder

giovedì 17 maggio 2007

La recita scolastica

Dopo aver passato giorni a studiare, pensavo di dedicare la giornata di oggi, al fancazzismo più totale.
Buttarmi dal divano al letto, dal letto alla scrivania, dalla scrivania al divano.
E ripetere il ciclo.
Così, senza un motivo.
"Oggi c'è la recita di tua cugina"
Ecco, addio sogni di gloria.
Io odio le recite.
Non perchè sia brutto interpretare e/o recitare, ma perchè, soprattutto da piccoli, i genitori non vengono li per vederti, applaudirti e incoraggiarti.
Arrivano li con macchine fotografiche, telecamere, telefonini e quan'altro, solo per potervi riprendere e immortalare quel momento, che negli anni futuri useranno come strumento di ricatto nei vostri confronti.
La mia prima recita è stata a 7 anni.
Facevo il broccolo.
Bello eh, il broccolo più bello che si fosse mai visto.
Ma pur sempre un broccolo, che litigava con una carota, per chissà quali reconditi motivi.
L'altra è stata a 12 anni, alle medie.
Era in inglese e io facevo la barista.
Ho bruciato entrambe le prove.
Per non parlare dei matrimoni, in cui i bambini vengono "usati" come porta fedi, potra velo o porta quellochevoletevoi.
Io ad uno ho dovuto cantare per la sposa, insieme ad altre bambine.
Ecco, ero "leggermente" fuori tempo, suvvia, ero solo di una strofa avanti.
Bhè, sono passati dieci anni da quel momento.
E ogni volta, mi fanno vedere quel filmino.
Non è giusto.
Dobbiamo ribellarci a questa cosa.

domenica 13 maggio 2007

Fiera del Libro di Torino

Sabato alle 15.30 circa decido di spararami una doccia, troppo caldo, troppa afa.
In mezz'ora sono pronta, corpo cosparso di crema rassodante che non mi rassoderà mai niente, stranamente riesco ad abbinare mutande e reggiseno dello stesso completino d'Intimissimi e capelli bagniati fradici.
Mi metto una maglietta e un paio di pantaloni a tre quarti, i classici pinocchietti estivi che metti solo quando, prima sotto la doccia, ti sei accuratamente depilata in ogni angolo remoto della tua pelle degli arti inferiori.
Prendo il tram che mi porta comodamente li davanti, ma proprio li eh, li li li li, davanti all'ingresso.
Ho una borsa gigante, le mie esperienze di fiere passate mi hanno insegnato che da questo posto, si esce con più volantini-carte-segnalibri-eccetera eccetera, che libri comprati di tua voluta intenzione.
Così appena cerco di entrare mi si presentano davanti gli individui di cui parlavo in questo post..
Proprio non riescono a lasciarmi andare.
Riesco ad entrare, inventando scuse come "Ma come ti permetti? Sono la Regina d'Inghilterra io..." "La donazione la farei a me stessa, io abito in una casa di cura per gente non sana di mente..."
Entro, ed è lo sfacelo.
Ok, non è stata un'ottima idea intraprendere questo viaggio di sabato pomeriggio ma ormai hai pagato 6 euro e te lo giri tutta.
Non faccio in tempo a guardarmi in giro che mi ferma una ragazza per propormi un metodo d'apprendimento più veloce rispetto a quello che uso di solito per studiare.
Se vi dicessi che la fiera ho incominciato a visitarla un'ora dopo quell'attimo maledetto in cui le ho dato retta?
Ok, non importa.
Ho visto stand di case editrici davvero noiose, con gente noiosa, libri noiosi, prezzi noiosi.
Ho visto libri di circa duecento pagine che t'insegnano a scattare una fotografia con il cellulare.
Io voglio chiedervi ora...
Prima di tutto, cosa c'avranno mai scritto in duecento pagine?
Secondo, ci vuole un libro per scattare una foto? CON IL CELLULARE?
Ok, non importa.
Ma la cosa davvero emozionate, è stata vedere Michele Cucuzza che, oltre a dimostrare dieci anni in meno di quello che si vede in televisione, stava facendo lo stallone (categoria precedentemente osservata nel post di circa cinque giorni fa) con due ventenni (che fanno parte della categoria precedentemente illustrata)
Ecco, io sono uscita con un libro, 5 cataloghi, 8 segnalibri, 12 adesivi, 23 volantini.
Ho fatto meglio negli altri anni..

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giovedì 10 maggio 2007

Complimenti...

Ecco, ho sempre creduto e sostenuto l'idea, che noi donne, con la nostra forza di volontà, saremmo riuscite ad arrivare a grandi traguardi.
La mia tesi è sostenuta dalla storia, passando da quelle che non dovevano uscire di casa, dal diritto di voto e dalle pastiglie contro il ciclo mestruale.
Oggi giorno, anche se l'idea di DONNA a confronto con l'essere maschile è sempre in minoranza, siamo riuscite ad arrivare ad un quasi livello di equilibrio ideologico.
E spero che questo sia solo l'inizio, spero un giorno di vedere una donna Presidente del Consiglio (mi va bene anche Luxuria che non si capisce ancora bene come classificarlo/a) o Presidente della Casa Bianca.
Forse sogno, forse vado troppo avanti con la fantasia, ma la speranza è l'ultima a morire no?
Ecco.. siamo così determinate, soffriamo flagellazioni emotive e fisiche ogni mese che voi uomini neanche vi potete immaginare..
Ma abbiamo un GRANDE tallonde d'Achille.
Gigantesco.
Esorbitante.
Diventiamo come burro nel microonde per nulla.
Il commento di Barbara al precedente post, mi ha fatto ragionare.
Facciamo tanto le stronze rompi palle, ma quando un uomo ci fa un complimento non capiamo più niente.
Il cervello si scollega, fa i bagagli, ci saluta e se ne va senza meravigliarsi di nulla, fra l'altro.
E noi continuiamo a ridere con tono acuto senza nemmeno capire il perchè.
E l'essere davanti a noi che chiameremo d'ora in poi stallone continuerà a seviziarci con i suoi gesti accondiscendenti senza che noi capiremo assoultamente niente di ciò che sta dicendo.
Ma, c'è un ma.
Quando poi torniamo a casa e raccontiamo tutto all'amica, il cervello torna, abbronzato e con vestiti nuovi e ci fà ragionare.
Allora li capiamo che siamo state delle deficenti assolute.
Maledetti giochi di parole

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sabato 5 maggio 2007

Ciao scusa posso?

"Ciao scusa posso? No, non aver paura, non ti preoccupare! Volevo chiederti se gentilmente potresti fare un offerta per i bambini malati di AIDS, basta anche un euro!"

"No guarda, davvero, non ho soldi dietro.."

"Dai! Guarda che basta un'euro.. una così bella ragazza come te.."

"No guarda mi dispiace, ciao"

...

"Ciao scusa posso? Tranquilla, sono qui per chiederti un piccolo contributo per i bambini che muoiono di fame nel terzo mondo, basta solo un euro"

"Guarda mi ha già fermato il tuo amico, davvero, non ho una lira"

"Eheheh perforza siamo in euro (
ecco l'esatto momento in cui puoi uccidere una persona) !! Dai a parte gli scherzi, ma perchè tua mamma non ti manda a fare la velina? Sei così bella.."

"Si ok, senti non ho un soldo davvero.. ciao"

...

"Ciao scusa posso? Vorr.."

"Senti, mi hanno fermato per l'aids per la fame per il sonno per le caccole nel naso, mi hanno fermato per qualsiasi cosa ok? Non ho soldi, vuoi il bancomat di mio padre? No perchè se vuoi te lo do, davvero, ma tanto non ho soldi ok? E' CHIARO? E no non sono bella e non mi lecchinare ok?"

"Volevo sapere se mi potevi indicare dov'è questo negozio.."

Ok, perfetta figura di merda.

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mercoledì 2 maggio 2007

Non alzare quel culo da lì

Ore 21:00
Tutte le sere la stessa scena.
Un divano angolare viene travolto da i pesi corporei di quattro individui che vivono sotto lo stesso tetto.
Ognuno si prende lo spazio vitale che gli serve per riuscire ad addormentarsi/stare comodo guardando la tv.
Ore 21:30
La tua pancia incomincia a emettere rumori sospetti, quasi equivoci, ma no, hai la culotta pesante e non hai la minima intenzione di spostarti da li, per prendere qualcosa che ti possa riempire quella pancia vuota. Cominci così a pronunciare nella tua mente, vecchie formule arabe per mandare accidenti ai tuoi rivali, quegli altri tre esseri sul divano, per far si che, prima o poi, anche loro abbiamo il bisogno di alzarsi, non è importante il motivo.
Ore 21:45
Incominci a sudare freddo, ora sei anche disidratato e l'unico liquido che hai, vorresti farlo uscire.
Come se non bastasse, devi anche fare la pipì. Guardi i tuoi nemici negli occhi, augurandogli una dissenteria che li faccia alzare dal divano ma che non li trattenga più di cinque minuti in bagno.
Ore 22:00
Ormai non ci speri più, stai per svenire, hai le visioni, vedi davanti a te Paola Perego che ti parla, neanche fossi Bettarini, stai per cedere, quando, finalmente, vedi tua sorella che si alza, stava per morire di freddo, aveva bisogno della coperta.
Così, neanche fossimo allo stadio, festeggiamo vincenti, il 9 luglio scorso ci fa una pippa al confronto, ci fa.
E ti appresti ad ordinare acqua, gelato, wafer, merendine, che Hansel e Gretel se li sognavano ai bei tempi andati.
Al povero malcapitato, non resta altro che prendere un carrello e portare il tutto.
"Te l'ho sempre detto tesoro, non alzare il culo da lì."

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